Il giorno mercoledì 27 Aprile alle ore 16
presso il Liceo "Mazzatinti" di Gubbio
presso il Liceo "Mazzatinti" di Gubbio
Ascolto delle arie più significative di due operette
a cura di Luciana B.
L'ACQUA CHETA di Giuseppe Pietri
IL PAESE DEI CAMPANELLI di Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato
L’ ACQUA CHETA - 1920
Operetta tratta dalla commedia di Augusto Novelli (Firenze, 1867 – Carmignano 1927)
Musiche di Giuseppe Pietri (Sant'Ilario di Campo nell'Elba, 1886 – Milano, 1946)
"L'acqua Cheta", operetta di Augusto Novelli e Giuseppe Pietri, rappresentata per la prima volta al Teatro Nazionale di Roma il 27 Novembre 1920, è uno dei titoli di operetta più noti in Italia. E’ spettacolo molto vicino alla commedia musicale, con temi noti al grande pubblico (si ricordi "Com'è bello guidare i cavalli").
Un po' operetta, un po' commedia musicale, insomma un "nuovo musical italiano". Questo lavoro vive oggi di una "modernità" sorprendente per quella sua attualissima capacità di raccontare in musica non tanto di principi e principesse (come vuole e fa l'operetta diciamo tradizionale), ma una storia che ha assoluta corrispondenza con la vita, con le vicende di tutti i giorni, con le novità che esprimono i mutamenti del tempo e che forniscono gli argomenti di discussione più frequenti ed accendono le fantasie della gente.
Uno spettacolo dunque che rappresenta un fatto di costume ed un elemento di riflessione sui problemi dell'epoca (siamo negli anni '20) e, a distanza di tempo, ci consente di registrare come spesso gli argomenti di discussione, mantengono intatta la loro attualità.
Uno spettacolo dunque che rappresenta un fatto di costume ed un elemento di riflessione sui problemi dell'epoca (siamo negli anni '20) e, a distanza di tempo, ci consente di registrare come spesso gli argomenti di discussione, mantengono intatta la loro attualità.
E' spettacolo in cui i momenti corali sono di forte impatto spettacolare e visivo, sui quali spicca in particolare la Festa di Paese della "Rificolona".
Insieme a Scugnizza, è anch'essa operetta in cui la Compagnia si misura con la lingua locale, il toscano, in modo simpatico e accattivante, con una drammaturgia efficace e originale, con momenti di grande divertimento, legati ai personaggi più comici, alternati a momenti di grande potenza ed espressività musicale. Da sottolineare il pregio della scrittura musicale e dell'orchestrazione di Giuseppe Pietri, che fanno di questa operetta un piccolo gioiello.
Insieme a Scugnizza, è anch'essa operetta in cui la Compagnia si misura con la lingua locale, il toscano, in modo simpatico e accattivante, con una drammaturgia efficace e originale, con momenti di grande divertimento, legati ai personaggi più comici, alternati a momenti di grande potenza ed espressività musicale. Da sottolineare il pregio della scrittura musicale e dell'orchestrazione di Giuseppe Pietri, che fanno di questa operetta un piccolo gioiello.
Argomento
Tratta da una commedia di Augusto Novelli, si svolge a Firenze, dove il vetturino Ulisse vive con la moglie Rosa e due figlie, Ida e Anita; la prima (l'acqua cheta) sembra la più seria e virtuosa, mentre la seconda non nasconde il suo amore per il falegname Cecco. Giunge alla casa un certo Alfredo, che si presenta come giornalista, per affittare una stanza da mamma Rosa; nessuno sa che in realtà è l'amante segreto di Ida. Ida e Alfredo, sulla base di un piano già stabilito, fuggono di nascosto durante la notte. Solo grazie all'aiuto del buffo aiutante di casa Stinchi e del falegname Cecco i due furtivi innamorati saranno riportati a casa, ottenendo il perdono dei genitori di Ida. Ida potrà così sposare il suo Alfredo e Anita convolare a giuste nozze con il meritevole Cecco.
“Luna tu non sai dirmi perché? Luna tu non sai dirmi cos’è?”.
Così si canta ne Il Paese dei Campanelli.
Questa operetta andò in scena il 23 novembre del 1923 al Teatro Lirico di Milano. Già il giorno dopo la prima rappresentazione, mezza città fischiettava i motivi più indovinati. Ancora oggi sono in tanti a conoscere, e magari fischiettare, l’arcifamoso “Fox della Luna”, motivo che, come l’intera operetta, gode di una lunga giovinezza.
Il Paese dei Campanelli è veramente un’operetta “senza tempo”, sia per la sua ambientazione, in un’Olanda da favola, sia per il consenso che continua a guadagnare. Lo sfarzo della messa in scena e la gustosità comica della vicenda fanno a gara con la bellezza dello spartito che unisce graziosi duetti (Balla la giava, Fox della luna) e brani lirici squisiti (Il duetto del ricamo, Io vorrei che il mio sogno divin) presentando finezze ed intuizioni melodiche notevoli, con tratti di simpatica sentimentalità.
Così si canta ne Il Paese dei Campanelli.
Questa operetta andò in scena il 23 novembre del 1923 al Teatro Lirico di Milano. Già il giorno dopo la prima rappresentazione, mezza città fischiettava i motivi più indovinati. Ancora oggi sono in tanti a conoscere, e magari fischiettare, l’arcifamoso “Fox della Luna”, motivo che, come l’intera operetta, gode di una lunga giovinezza.
Il Paese dei Campanelli è veramente un’operetta “senza tempo”, sia per la sua ambientazione, in un’Olanda da favola, sia per il consenso che continua a guadagnare. Lo sfarzo della messa in scena e la gustosità comica della vicenda fanno a gara con la bellezza dello spartito che unisce graziosi duetti (Balla la giava, Fox della luna) e brani lirici squisiti (Il duetto del ricamo, Io vorrei che il mio sogno divin) presentando finezze ed intuizioni melodiche notevoli, con tratti di simpatica sentimentalità.
Argomento
In una immaginaria isoletta olandese esiste Il Paese dei Campanelli dove sopra ad ogni casa c’è un piccolo campanile che custodisce un campanello.
Secondo la leggenda, questi campanelli suonano ogni volta che una donna tradisce il marito : ma ciò non è mai accaduto, perché nel paese regna da tempo la tranquillità.
A seminare il disordine arriva una nave di militari, costretta all’attracco da un’avaria. I marinai scendono a terra e subito cominciano a corteggiare le graziose donne del paese e, com’è facile prevedere, accade l’inevitabile : il comandante Hans fa suonare i campanelli con Nela, moglie di Basilio, il marinaio Tom con la bella Bombon, consorte di Tarquinio ed il buffo La Gaffe, per un imperdonabile errore, con Pomerania, la donna più brutta del paese, sposa del borgomastro Attanasio.
Ma La Gaffe, il cui nome dice tutto sulle sue caratteristiche, continua a fare “gaffes” : la prima è quella di rivelare a Nela che Hans è già sposato; la seconda, e decisiva, è di far arrivare in paese, per un malaccorto scambio di telegrammi, tutte le mogli dei marinai, a cominciare da Ethel, la signora del comandante. E la storia si ripete, ma questa volta a far suonare i campanelli sono le mogli dei cadetti con i pescatori Attanasio, Basilio e Tarquinio. Dopo questa specie di pareggio, i marinai ripartono con le loro mogli e Bombon, una donna con un “passato”, non se la prende tanto. Sa bene, infatti, che non bisogna cedere all’amore dei marinai... magari le resterà solo il ricordo di una vorticosa “giava” ballata con La Gaffe mentre a Pomerania resterà il ricordo di essere “piaciuta”. La più disperata è Nela ma ben presto tornerà a sperare. Tutto come prima, dunque, ma c’è da giurare che i campanelli non suoneranno più ?
Secondo la leggenda, questi campanelli suonano ogni volta che una donna tradisce il marito : ma ciò non è mai accaduto, perché nel paese regna da tempo la tranquillità.
A seminare il disordine arriva una nave di militari, costretta all’attracco da un’avaria. I marinai scendono a terra e subito cominciano a corteggiare le graziose donne del paese e, com’è facile prevedere, accade l’inevitabile : il comandante Hans fa suonare i campanelli con Nela, moglie di Basilio, il marinaio Tom con la bella Bombon, consorte di Tarquinio ed il buffo La Gaffe, per un imperdonabile errore, con Pomerania, la donna più brutta del paese, sposa del borgomastro Attanasio.
Ma La Gaffe, il cui nome dice tutto sulle sue caratteristiche, continua a fare “gaffes” : la prima è quella di rivelare a Nela che Hans è già sposato; la seconda, e decisiva, è di far arrivare in paese, per un malaccorto scambio di telegrammi, tutte le mogli dei marinai, a cominciare da Ethel, la signora del comandante. E la storia si ripete, ma questa volta a far suonare i campanelli sono le mogli dei cadetti con i pescatori Attanasio, Basilio e Tarquinio. Dopo questa specie di pareggio, i marinai ripartono con le loro mogli e Bombon, una donna con un “passato”, non se la prende tanto. Sa bene, infatti, che non bisogna cedere all’amore dei marinai... magari le resterà solo il ricordo di una vorticosa “giava” ballata con La Gaffe mentre a Pomerania resterà il ricordo di essere “piaciuta”. La più disperata è Nela ma ben presto tornerà a sperare. Tutto come prima, dunque, ma c’è da giurare che i campanelli non suoneranno più ?
Scarico immagine
Fai clic sullo sfondo per annullare
Immagine non disponibile
Scarico immagine
Fai clic sullo sfondo per annullare
Immagine non disponibile
Scarico immagine
Fai clic sullo sfondo per annullare
Immagine non disponibile